Villains
LTD
#30
LIVE
AND LET DIE
Questa storia si svolge dopo Super-Villains Team-Up
In una località
segreta
Le doppie porte blindate si aprono, ed un raggio laser illumina i quattro gradi viola appuntati sul completo nero della donna asiatica che oltrepassa la soglia.
La stanza è grande, dominata da un largo tavolo a forma di V che è illuminato da un’unica grande lampada che fluttua su di esso. Seduto al vertice c’è un uomo di mezz’età in doppiopetto viola scuro, intento ad osservare il casco metallico sul tavolo.
Non sembra fare molta attenzione alle parole all’uomo al suo fianco, un quarantenne con baffi molto sottili e ben curati.
-Ultima versione, Imperatore… multitasking e telepresenza integrati, potrà essere in venti posti contemporaneamente.
-Promettente, mister Graves, ne discuteremo in seguito. Ben arrivata, mrs. Fang; se volete prendere posto…
L’asiatica incrocia lo sguardo dell’uomo coi baffi, per niente amichevole, mentre la donna si siede alla sinistra dell’Imperatore. Alla sua destra una giovane caucasica dai lunghi capelli biondi ed un tailleur nero con minigonna vertiginosa; poco più in là, una più giovane donna di colore si siede senza guardare nessuno negli occhi.
Le quattro persone che affiancano l’Imperatore sembrano avere in comune solo una cosa… i quattro gradi.
-Bene. Dichiaro aperta questa riunione degli Stati Maggiori della Villains LTD. Come saprete, le fatiche degli ultimi mesi per aprire relazioni diplomatiche con le altre maggiori organizzazioni criminali del pianeta hanno dato i loro frutti. L’incidente di Alberia ci ha aperto le porte ad un’alleanza finora impensabile… Viper e Darklady hanno già espresso la loro intenzione di intensificare le relazioni con la nostra impresa, e conto di poter convincere anche gli altri. Secondo i miei piani, entro i prossimi tre anni potremmo raggiungere i profitti annui dell’Hydra. Le vostre opinioni ?
Il silenzio dura qualche secondo. I presenti si scambiano parecchie occhiate.
-Siamo stati colpiti duramente dalla perdita degli agganci ad Alberia – si decide ad intervenire Fang, la responsabile dell’amministrazione – Per non parlare della distruzione della seconda base principale in meno di un mese. Se vogliamo restare competitivi, per la prossima base avremo bisogno di attingere al 75% del nostro capitale e al 90% della nostra forza lavoro non-superumana.
-E l’opinione del settore contabilità ? Miss Guile…?
-Ci tengo a ribadire per l’ennesima volta, Imperatore, che le sue tasche sono profonde ma non inesauribili – risponde la ragazza di colore.
-L’acquisizione del Consiglio ci è valsa circa dieci miliardi di dollari, miss Guile. Ritenevo che fosse una cifra adeguata alle nostre esigenze.
-Con tutto il rispetto, Imperatore, i suoi ultimi progetti sono stati dei buchi neri per le nostre finanze. L’intero Progetto Damocle è costato finora sei miliardi, per non parlare poi del Progetto Anatema o i costi stratosferici delle sue missioni “black ops”…
-Temo che lei stia sovrastimando il problema, miss Guile. Miss Link, secondo i suoi rapporti non abbiamo perso più di quindici milioni nelle operazioni segrete.
-Dal punto di vista fiscale, certo – risponde la bionda alla sua destra – Ma i danni della sola disfatta dell’Operazione Sisifo, e la conseguente perdita dell’agente Pathfinder, sono di almeno dieci volte superiori… come ricorderà, l’avevo avvisata di tutto ciò. Dopo l’introduzione del GIN, la sezione comunicazioni inizia ad avere poco spazio di manovra nei cinquecento milioni che le ha destinato…
-Lo stesso vale per il settore ricerca e sviluppo; ricorda che l’avevo avvisata dell’impraticabilità del Progetto Damocle ? Siamo anche noi a corto di soldi – interviene Graves.
L’Imperatore si appoggia allo schienale della sedia, accarezzandosi il mento in una posa meditabonda.
-Signori, ammetto di essere…perplesso. Ricevo i vostri rapporti sullo stato dell’azienda ogni giorno, e nulla lasciava presagire una situazione così disastrosa.
-Questo perché lei è l’unico a cui è permesso avere un’idea del quadro generale, Imperatore – interviene Guile – Questo era accettabile quando eravamo solo una piccola azienda artigianale, e già mostrava i propri difetti quando ci siamo allargati dopo la retata di Fort Knox. Lei ci sta portando a competere con le più grandi multinazionali del crimine; non abbiamo neanche lontanamente il capitale necessario per un’impresa simile.
-La struttura operativa deve essere ripensata da zero – concorda la signora Fang.
-Possiamo scordarci di poter competere con colossi tecnologici come Latveria. Prima di entrare tra i grandi dobbiamo espanderci, e di molto – prosegue Graves.
-Sappiamo tutti, qui dentro, che i soldi non sono la vera
ragione per cui esiste
L’Imperatore del Crimine non risponde subito. Riflette.
Pathfinder gli ha insegnato che esistono troppi fattori esterni da considerare per poter veramente comprendere l’essere umano; per farlo, deve controllare ogni fattore possibile…
-Mi occuperò io della ristrutturazione. Nel frattempo, limiteremo le spese su tutti i livelli non indispensabili. Miss Graves, quanto crede di aver bisogno per attuare la “politica di grandeur” di cui abbiamo discusso ?
La ragazza di colore fa qualche calcolo mentale, parlando ad alta voce:
-Dovendo ora escludere i profitti provenienti dal crimine organizzato di Alberia, il nostro reddito attuale è di circa… duecento milioni al mese, mentre le nostre spese superno i cinquecento milioni mensili. Per sanare il deficit… completare tutti i progetti iniziati… aumentare il livello di sicurezza… se manteniamo il progetto iniziale di raggiungere l’estensione operativa dell’Hydra e superare il gap tecnologico con Latveria, il nostro obiettivo è raggiungere almeno un reddito pari a venti volte quello attuale.
-Avrà il suo bilancio nuovamente in sesto per martedì, miss Graves, mi faccia avere al più presto un piano di tagli. Graves, raduni il Laser Vivente e l’Uomo Radioattivo per un consulto su come smantellare il Progetto Damocle. Fang, si prepari a trasferire tutto il personale in Antartide…le farò avere il suo quartier generale a costo zero. Link…
L’Imperatore si alza in piedi, seguito dagli altri presenti, e poi conclude:
-Voglio che contatti, in quest’ordine preciso: Viper, il Dottor Destino, Darklady, Shades, Diamond Dran… ed il miglior avvocato che possa trovare, con il minor numero possibile di scrupoli.
Dodici ore dopo
Base Damocle, nord Alaska
Pesanti androidi dall’armatura viola spingono grandi contenitori che portano impresso il simbolo giallo di “pericolo radioattività”, dirigendosi verso un grosso portale nero.
Il dottor Chen Lu, nel suo costume da Uomo Radioattivo, osserva il trasferimento con le braccia incrociate e la pelle verde più chiara del solito.
-Non mi piace, professore. Non mi piace per niente.
-Non sia così drammatico, dottore – risponde l’Imperatore nel suo abito formale e con il casco – Il suo incarico di nostro ambasciatore presso Latveria non sarà quello che aveva in mente quando si è unito alla Villains LTD, ma credo possa utilizzare meglio i suoi talenti.
-Io sono uno scienziato, professore ! Non un diplomatico !
-Bene. La diplomazia è inutile con il Dottor Destino… ma sono certo che troverà intellettualmente stimolante coordinarsi con lui per rendere innocuo l’arsenale.
-Preferirei di gran lunga gestire la vendita delle altre testate nucleari…
-Un giorno mi sarà grato, dottor Lu. Mi creda sulla parola, lei non reggerebbe ad una contrattazione con Viper. Convincerla ad acquistare solo una parte della nostra capacità offensiva e non conquistare il resto con la sola forza è stato…complesso, persino per me.
Il muscoloso Uomo Radioattivo afferra per le spalle il magro professore, come un amico di vecchia data. DeCeyt si irrigidisce.
-Questa gente è troppo in alto anche per noi, professore ! Tiriamocene fuori finché possiaaaahHHH!!!!
Il corpo del cinese è percorso da una potente scarica elettrica, che lo costringe a lasciare la prese e a cadere a terra ai piedi dell’Imperatore.
-Non ricordo di averla autorizzata a trattamenti egalitari, dottor Lu. Il suo comportamento non è obiettivo; resti distaccato. E’ un ordine.
-Posso resistere ai fulmini di Thor…come ha…
-La capacità distruttiva di questa intera installazione è niente…niente…se paragonata al potere a cui abbiamo accesso solo perché “questa gente” non si rifiuta più di parlarci. Se la lasciassi lavorare sul nostro vecchio progetto di una rete d’attacco nucleare su scala globale, verremmo semplicemente annichiliti. I fatti di Alberia hanno precipitato la nostra situazione; non ho il lusso di poter manovrare lentamente gli altri signori del male come speravo di fare.
-Sta vendendo l’unica possibilità di difesa della Villains LTD – protesta l’uomo, rialzandosi in piedi.
-No. La nostra migliore arma di distruzione totale è ancora al sicuro – risponde l’Imperatore indicando la propria testa.
-E va bene. Non mi piace, ma non voglio avere contro né lei né nessuno degli altri sette di Alberia…
-Come era logico facesse. Si ricordi, dottor Lu… non faccia nulla per insinuare che esista un’autorità superiore a Destino, ma sia risoluto nel ricordargli l’indipendenza della Villains LTD. Stia attento a non citare nessun lavoro del dottor Richards, e soprattutto si ricordi la cosa più importante… qualunque cosa succeda, in qualsiasi circostanza, non importa quanto possa sembrarle appropriato, nemmeno se la sua stessa vita dipendesse da questo… non parli mai di sua madre.
-Afferrato… spero di rivederla presto, professore.
-Se l’avrò programmato. Buon lavoro, dottor Lu.
L’Uomo Radiattivo entra nel portale di teletrasporto, subito prima dell’ultimo robot latveriano. Augustus DeCeyt guarda per un’ultima volta la sua opera, il gigantesco silo sotterraneo… e preme un pulsante nascosto sull’anello che porta al medio sinistro, dono di Viper.
Il suo corpo inizia a diventare trasparente e a svanire, ma non prima che abbia trasmesso un’ultima comunicazione:
-Può procedere, dottor Von Doom.
Un secondo dopo la sua scomparsa, quattro bombe all’antimateria disintegrano l’intera Base Damocle. All’esterno non si sente neanche un sussurro, grazie ai campi di smorzamento sonoro.
Sede Provvisoria
della Villains LTD
In qualunque posto del mondo si trovi, è già notte fonda quando Slim Snake si incammina verso la sala di teletrasporto per tornarsene a casa.
Passando vicino alla palestra sente dei pesanti rumori, avvicinandosi di soppiatto per non fare rumore.
La stanza è immersa nel buio, quindi deve adattare i suoi occhi per vedere da cosa provengono i rumori. Una ragazza è seduta alla macchina per sollevare pesi, il mantello nero ripiegato su un bilanciere.
-Eclisse ? – chiede il Deviante, accendendo la luce.
La ragazza dalla pelle poco più scura di quella di un albino si protegge gli occhi con una mano, continuando a tenere il peso con l’altra.
-Che vuoi ?
-Non è un po’ tardi per allenarsi ?
-Non dormo mai di notte. Spegni la luce quando esci, grazie – risponde lei, continuando ad alzare e abbassare i due pesanti blocchi di metallo legati da una sbarra spessa venti centimetri.
Grattandosi il cranio verde ricoperto di scaglie, Slim si avvicina. Forse non è saggio avvicinarsi, ma la curiosità è più forte di lui.
-Quelle sono quindici tonnellate o sbaglio ? Non stai nemmeno sudando.
-Sono mezza vampiro, non posso sudare. Non eri in missione in Europa ?
-Cancellata. Come quasi tutte le missioni estere… ho sentito che torneranno tutti a casa. Tagli di costi o cose così… Senti, forse dovresti andartene a casa…
-Non ho una casa – risponde la ragazza lasciando andare i pesi. Non c’è traccia di rimpianto nella sua voce.
-Ma… tuo padre è Shades, giusto ? Lui non ce l’ha una casa ?
-Forse. Diciamo soltanto che abbiamo un rapporto… burrascoso. Ho cercato di ucciderlo, ricordi ? Ho quasi ucciso anche te.
Slim Snake annuisce, fissando negli occhi neri la ragazza. Ripetutamente.
-Sì, e allora ?
Eclisse storce un labbro, e si alza dalla macchina per recuperare il mantello.
-Sei un tipo strano, Slim.
-Aspetta… è un brutto periodo per il gruppo. Non sono sicuri di potersi fidare di te… in questo lavoro non si può accettare nessuno a braccia aperte. Dagli tempo.
La ragazza si ferma per un attimo. Si rende improvvisamente conto che il ragazzo-serpente non sta avendo paura di lei… ed è una reazione a cui non era preparata.
-Che ne dici di un salto al Bar With No Name ? Posso farti conoscere un po’ di gente.
-Non mi piace la gente – risponde la ragazza, coprendosi la testa con il cappuccio del mantello ed iniziando a trasformarsi in nebbia.
-Okay, allora… che ne dici di Copenhagen ? Conosco l’entrata sul retro di una macelleria, a quest’ora non ci sarà anima viva. Sei un vampiro, non puoi rifiutare qualche litro di sangue gratis vero ?
Eclisse resta a metà tra la forma solida e la nebbia per qualche secondo, prima di alzare gli occhi al cielo e sospirare.
-D’accordo, ma al massimo un paio di litri. Sono a dieta.
Albany, New York
Studio legale Unger&Norton
Joshua Norton chiude la porta del proprio ufficio, assicurandosi che le tende abbassino la luce quanto basta perché nessuno possa curiosare dall’esterno.
Il suo cliente non sembra preoccuparsi di essere uno dei venti super-umani più ricercati del Paese, accendendosi un sigaro rubato dalla scrivania.
-D’accordo, signor Dran, prima di tutto: noi non stiamo avendo questa conversazione, e non ci siamo mai visti.
-Vuol dire che non accetterà assegni ? – chiede l’uomo indistruttibile, facendo una smorfia dopo aver aspirato un paio di boccate.
-Seriamente… non so da quali…fonti può aver pensato che il nostro studio accettasse casi un po’… come dire, fuori dalla norma… ma in questo momento io dovrei decisamente chiamare la polizia, giusto ? Eppure…
Norton si volta, incrociando per un istante lo sguardo dell’uomo dagli occhiali da sole che se ne sta zitto in un angolo, torvo.
-Andiamo, Shades, nessuna battuta ? Te l’ha fornita su un piatto d’argento !
-Non sono dell’umore giusto. Sbrigatevi, voglio tornarmene un po’ al buio.
L’avvocato si chiede cosa possa voler dire, dato che è già notte… poi, mentre Dran spegne il sigaro premendolo contro la sua pelle indistruttibile, si ricorda di non volerne sapere assolutamente niente di questa gente.
-So che non stiamo parlando, Josh… ma ipoteticamente, se tu dovessi darmi un consiglio legale… mi consiglieresti di costituirmi ?
-Ecco… da quel che mi ha detto, mister Dran… lei è ricercato per crimini molto gravi. Associazione con noti criminali… cinque furti, tra cui uno di materiale radioattivo di proprietà dell’esercito… danneggiamento di proprietà pubblica e privata… ha partecipato a un’evasione ed è sospettato di aver preso parte a ben sette omicidi multipli… di cui cinque in stati in cui vale la pena di morte, vorrei ricordarle…
-Principiante – mormora Shades.
-Sì, sì, mi sono dato da fare. Ma… teoricamente parlando, s’intende… nella sua esperienza di avvocato, quante di queste accuse reggerebbero in un tribunale ?
Joshua Norton si asciuga la fronte dal sudore, e pensa. Non riesce ancora a credere a questa conversazione… certo, la sua coscienza non è esattamente pulita quando si tratta di infrazioni al codice. Ed in effetti sarebbe una sfida molto interessante, nonché molto proficua.
-Ci saranno sicuramente molte prove del suo coinvolgimento con i maggiori crimini della Villains LTD… filmati della evasione alla Volta, del linciaggio a San Diego… e che mi dice della retata a Fort Knox ?
-No, abbiamo cancellato tutto per bene. Qualche guardia mi avrà sicuramente visto, ma sono morti subito dopo. E non mi hanno beccato a Fort Knox, Slowdown mi aveva sepolto sotto un vulcano !
-Dopo la retata ha partecipato a poche missioni; a Dresda non c’era nessuno – ricorda Shades. Il pensiero della Chiave della Dannazione, però, lo fa rapidamente tornare al suo oscuro silenzio.
-Dovremmo verificare ma… ipoteticamente parlando, chiaro… lei è stato visto alla luce del sole soltanto nello scontro con i Vendicatori, dopo la tentata rapina alla Chase Manhattan Bank… oltre a quello, credo che contro di lei ci siano solo prove circostanziali. La presenza della Villains LTD a Chicago, o in Italia, o in Russia è ancora da provare. Potrebbe…
Quando l’avvocato realizza quello che sta per dire, sorride. Sarebbe il più grande colpo della sua carriera ! Un precedente unico !
-Potrebbe davvero cavarsela con poco, signor Dran. Ammesso che lei possa davvero farmi avere la giuria che mi ha promesso… ed il giudice che mi ha promesso…
-Mi creda, avvocato Norton, se questa conversazione non fosse… “ipotetica”… lei potrebbe entrare in tutti i libri dei maggiori processi della storia, oltre a diventare incredibilmente ricco e richiesto. Ha fino a domani mattina per decidersi. Si ricordi che è sotto stretta sorveglianza.
Diamond Dran si alza dalla sedia e si dirige verso la porta; Shades fa lo stesso, ma non prima di aver lanciato un’occhiata terrorizzante all’avvocato.
I due super-criminali si fermano tranquillamente davanti all’ascensore, aspettando che le porte si aprano.
-Hai mentito – nota Shades.
-Prego ?
-Non è affatto sotto sorveglianza. Se non accetta, lo uccideremo e troveremo un altro avvocato.
-Sì, ma se vogliamo andare in fondo a questa faccenda ci servirà un minimo di diplomazia, giusto ?
L’ascensore arriva, e i due entrano. Il portale di teletrasporto è al piano terra, quindi li aspetta un piccolo viaggio in un silenzio imbarazzante.
-Così… Eclisse è tua figlia. Ancora minorenne ?
-Non pensarci nemmeno – risponde Shades nella voce più fredda su cui possa contare.
L’ascensore sobbalza leggermente, prima che si senta un rumore violento e che la cabina precipiti nel vuoto senza alcun preavviso. Nonostante la sorpresa, nessuno dei due è troppo preoccupato.
-Hai sentito qualcosa ? – chiede Dran faticando per restare in piedi.
-Sì, qualcosa per rendere la serata interessante, forse.
Nonostante l’altezza, il viaggio è piuttosto breve. Lo schianto è molto rumoroso, e due persone normali ne sarebbero state schiacciate… ma ovviamente, nessuno dei due può essersi fatto il minimo graffio. Dran prova a forzare una delle porte, senza successo.
-Lascia perdere – intima Shades, diventando intangibile e passando attraverso le porte gravemente distorte… e una volta dall’altra parte, lanciando un urlo straziante di dolore.
Alcuni raggi di luce abbagliante passano per le fenditure, e Dran si ritrova inconsciamente ad indietreggiare. Non è spaventato… non fino a quando qualcosa, dall’altra parte, non graffia le porte riuscendo quasi ad abbatterle.
Con il cuore che accelera, Dran appoggia una mano alle porte malandate ed estende il suo campo di forza protettivo rendendole di fatto indistruttibili. Mentre resta appoggiato, sente il battito sempre più forte al rumore di qualcosa, dall’altra parte, che cerca continuamente di passare.
-Dran a Imperatore… abbiamo guai. Imperatore ?
Qualcosa di pesante atterra sopra all’ascensore, senza che i graffi alla porta si fermino. Il sistema di comunicazione non sembra funzionare.
-Merda santissima…
New York City
Un ragazzo controlla l’indirizzo che ha scritto sul proprio taccuino, ed osserva più volte il locale in cui è entrato. Si sarebbe aspettato un bar malfamato, lurido e male illuminato; non un ristorante dove solo l’uniforme dell’usciere costa più dell’assegno mensile dei Vendicatori.
Un cameriere gli si avvicina con passo preoccupato, come se non volesse che gli altri clienti vedano il nuovo arrivato.
-Posso aiutarla, signore ? Forse ha bisogno di indicazioni per un altro locale più…adatto alla sua disponibilità economica ?
-Il signor Duste mi sta aspettando a uno dei vostri tavoli.
-Se è così, mi è stato chiesto di controllare la sua tessera stampa prima di farla procedere. I nostri clienti ci tengono molto alla privacy.
-Così ho sentito… - risponde il ragazzo mostrando la tessera, mentre sbirciando tra i tavoli nota diversi volti noti. Capisezione del Maggia, trafficanti d’armi…
Il cameriere sembra rabbuiarsi quando capisce che la tessera è autentica.
-Bene, “Jeffrey Mace”… può trovare il signor Duste al tavolo 2. Da questa parte.
Jeff si morde un labbro quando riconosce il suo nuovo informatore. Non si dimentica mai una faccia. La tentazione di cambiarsi nel costume di Capitan America e chiamare i Vendicatori perché abbattano questo locale è forte… ma anche il suo istinto da giornalista.
Davanti a un tavolo lussuoso su cui sono state accatastate due casse di birra, David Cannon scola un’altra lattina e fa spazio al giornalista.
-In perfetto orario. Posso offrirti qualcosa ?
-Turbine. Hai una fedina penale lunga come il mio braccio e c’è una taglia dell’FBSA di 300.000 $ sulla tua testa. Dammi una sola ragione per cui non dovrei chiamare le autorità e farti sbattere in cella.
-Te ne darò due, ragazzino. Primo, se scappassi di qui a Mach 3 creerei un boom sonico che distruggerebbe il locale uccidendo almeno due dozzine di persone. Secondo, io posso farti avere questo.
Il mutante lancia un plico di documenti sul tavolo, sotto lo
sguardo sospetto di Mace.
-Che cos’è ? La tua confessione ?
-Le prove del fatto che il 20% dei finanziamenti alla Villains LTD provengono dai più grandi fornitori dell’esercito degli Stati Uniti. Dagli un’occhiata.
Jeff si siede, iniziando a leggere avidamente tutto quanto. I suoi occhi si spalancano sempre di più.
-Se tutto questo è vero… sono accuse molto pesanti su nomi incredibilmente grossi, Turbine. Stiamo parlando di corruzione ai massimi livelli…
-Questa è solo la punta dell’iceberg, ragazzino. Per la gente per cui lavoro, queste cose sono ordinaria amministrazione. Posso farti avere molto di più, a patto che tu non ti faccia sfuggire la mia identità.
-Perché fai tutto questo, Turbine ? Cosa pensi di guadagnarci ?
-Ne ho abbastanza di essere manovrato, Jeff. DeCeyt, il governo… tutti pensano di potermi usare nei loro giochetti. Ma a me non è mai piaciuto giocare secondo le regole…
-Il governo ? – chiede Mace, sospettoso.
-Una lunga storia. Allora, cosa pensi di fare, ragazzino ? Pubblicherai la mia storia ?
Il ragazzo non risponde subito. Come Capitan America, dovrebbe immediatamente arrestare il criminale; e sa benissimo che tutto questo potrebbe essere solo una complicata trappola. Ma come giornalista…
-Il pubblico ha il diritto di sapere che cosa succede ai piani alti del suo esercito – risponde – Forse sarai più utile alla giustizia da libero…per il momento.
-Lo credo anche… wow. Credo che il nostro discorso sia finito – tronca la conversazione il mutante, e Jeff si volta per vedere cosa sta guardando con quello sguardo lascivo.
Una bellissima donna in abito da sera rosso si sta avvicinando al tavolo.
-Preferirei che il signor Mace restasse – dice con un accento russo, o forse polacco.
-Ci conosciamo ?
La donna si siede, mentre Turbine sposta la sedia per esserle più vicino.
-Abbiamo avuto incontri…ravvicinati, un tempo. Mi dica,
signor “Duste”… se il governo avesse voluto spiare
Jeff porta la mano alla tasca dove tiene la tessera di Vendicatore… ma qualcosa gliela blocca. Qualcosa di gelido; la donna non si è mossa.
-Io non lo farei se fossi in lei, signor Mace. C’è già troppa gente coinvolta in questo affare, no ?
-Okay, starò al gioco pupa – prosegue Turbine – Lavori per il governo ? Cosa volete veramente da me ?
-Il tuo compito era far credere a DeCeyt di avere il controllo della situazione… dandoci l’opportunità di colpirlo di sorpresa.
-Sorprendere l’Imperatore !? Sei fuori quanto sei uno schianto, ragazza. Resterei volentieri, ma credo che invece correrò ad avvisare gli altri.
-Questo tuo colpo di testa ci costringe ad accelerare i tempi, David. Dovrò fermarti.
Turbine si alza in piedi, sopprimendo uno sbadiglio.
-Vorrei vedere come…sono uno degli uomini più veloci del mondo.
-Questo non è stato un problema l’ultima volta.
La donna sposta il tavolo con una mano sola, scagliandolo addosso a Jeff come se non pesasse niente, mentre l’altra si trasforma in una lancia nera acuminata che passa da parte a parte una delle cosce di Turbine costringendolo a cadere a terra.
Nel locale scoppia immediatamente il panico. La donna vestita di rosso lascia presto spazio ad un essere dalla forma umanoide composto di una sostanza che sembra un inchiostro oleoso, che Turbine riconosce inghiottendo amaramente.
-Cinquanta… cinquantasette !?
-Arma cinquantasette, per te – risponde l’essere trafiggendo anche l’altra gamba, con forza.
-Aaarrgghh ! Cazzo !!! Non è…possibile… ti abbiamo….fatto esplodere ?
-Mi hanno fatto tornare – controbatte l’umanoide mentre dalle sue braccia spuntano altre lame – Ci hanno fatto tornare tutti
Uno scudo bianco, rosso e blu rimbalza sulla sua schiena, ritornando poi nelle mani di un Capitan America appena uscito da sotto il tavolo in cui era stato sepolto Jeff Mace.
-Non so chi tu sia, mister… o miss… ma preferirei continuare il discorso alla base dei Vendicatori.
-Restane fuori, capitano. C’è qualcosa di più grande del crimine a muovere le pedine, stavolta.
-Switch… codice theta… adesso… - mormora Turbine digrignando i denti, e scomparendo subito dopo in un portale di teletrasporto che si crea sotto di lui.
Arma 57 osserva Capitan America con la sua faccia priva di volto, in silenzio, mentre un tentacolo recupera il dossier di Turbine.
-Se le voci che ho sentito sono vere, non posso fermarti. Ma se non sarà la stampa… qualcun altro farà venire a galla la verità.
-Le sto dicendo che non si tratta di
crimine stavolta, capitano, si tratta di vendetta.
-La sua ? O dei suoi nuovi capi ? Chi sta attaccando
57 porge a Capitan America il dossier, per poi scomparire sciogliendosi e scivolando nel sistema antincendio.
Jeff Mace legge quello che l’arma vivente ha scritto sul dossier… ed il suo cuore sobbalza. La scritta recita:
GIUSTIZIA SARA’ FATTA
FLAGELLO NERO
Note
Jeff Mace alias Capitan America appare in questo episodio subito prima del numero 36 della sua serie personale !